martedì 28 aprile 2009

Paolo Berizzi: Verona gli è vietata



Almeno centocinquantamila giovani italiani sotto i 30 anni vivono nel culto del fascismo o del neofascismo.
Un’area geografica che attraversa tutta la penisola: dal Trentino Alto Adige alla Calabria, dalla Lombardia al Lazio, da Milano a Roma passando per Verona e Vicenza, culle della destra estrema o, come amano definirla i militanti, radicale. Cinque partiti ufficiali sei, se si considera anche il robusto retaggio di molti militanti di An, solo formalmente sciolta nel Pdl.

Alcuni numeri dell'inchiesta.

Circa duecento tra associazioni, circoli e centri sociali sparsi nel paese;
63 sigle di gruppi ultrà (su 85) dichiaratamente di destra e cioè il 75 per cento delle tifoserie che, dietro “il culto” della passione calcistica, compiono aggressioni e altre azioni violenze premeditate.

Questa onda nera, spesso supportata dalle gerarchie cattoliche con ispirazioni pre-conciliari
(dio-stato-famiglia) funzionale al potere populista della maggioranza che governa le nostre comunità sta entrando anche attraverso queste forme di "tutela"e legittimazione nelle istituzioni, nell'economia, nella nostra società, facendo proseliti attraverso elementari clientele innanzitutto nelle fascie sociali culturalmente disagiate e tra i giovani.
Un mondo per lo più di persone prive di qualsiasi nozione storica e di educazione civica e democratica, intessuto di riti e miti che nel nostro paese si consideravano sepolti definitivamente tra le macerie della Storia.

Un mondo che, se non lasciasse tracce così marcate nella attualità, e nelle scelte pubbliche sarebbe difficile credere che esista davvero.

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