mercoledì 29 aprile 2009

Curzio Maltese: manuale di sopravvivenza democratica e laica


"Come ti sei ridotto" ed. Feltrinelli


Come è stato possibile il berlusconismo?
Come si può uscirne?

Un "manuale di sopravvivenza per le nuove generazioni", quelle destinate a pagare il conto dell'anacronistica avventura politica italiana.

Dieci anni di 'servi contenti' - ennesima triste incarnazione dell'italiano medio -, il declino prima etico, poi civile e poi economico di un paese, il delirio dell'arroganza e l'esilio dell'intelligenza.

Di fronte alle rovine di un decennio così profondamente distruttivo occorre una nuova "resistenza democratica"; una nuova azione politica di "liberazione" perché è davanti alle rovine di questo sistema che gli italiani possono ritrovare quella dignità che la Costituzione vuole che essi singolarmente e collettivamente abbiano.
Occorre, insieme a una nuova classe dirigente, un drastico ritorno dei valori che hanno fatto crescere il paese negli anni cinquanta e sessanta, occorrono istituzioni vere e un mercato vero, una politica e un'economia trasparenti , libere da "altri" poteri ed al servizio della comunità.
Una ricostruzione capace di rovesciare tutti i luoghi comuni imposti da un regime politico-mediatico di restaurazione e il più delle volte accettati supinamente o persino approvati anche dalla sinistra.

Giovanni Sartori: due riflessioni sullo stato della democrazia italiana


Le domande
Che cosa vuol dire, esattamente, "democrazia"?
Quali sono le condizioni necessarie per renderla "possibile"?
In quali e quanti modi può funzionare il processo che porta milioni di elettori a scegliersi poche decine di rappresentanti?
In che cosa consistono la libertà politica e l'eguaglianza?
Esistono diverse "gradazioni" di democrazia?
Come si sono sviluppati i modelli politici del liberalismo e del socialismo?
Perché dobbiamo preferire la democrazia?
Che cosa distingue la "destra" dalla "sinistra"?
Qual è il rapporto tra democrazia e sviluppo economico?
La democrazia è in pericolo?
E qual è il suo futuro?



Alcune drammatiche risposte
Incredibili paradossi e storture di un’Italia dove anche il buon senso sembra ormai privilegio di pochi. «Le cose che mi spaventano sono ormai parecchie; ma il livello di soggezione e di degrado intellettuale manifestato dalla maggioranza dei nostri ‘onorevoli’ mi spaventa più di tutto.
Altro che bipartitismo compiuto! Qui siamo al sultanato, alla peggiore delle corti.»

martedì 28 aprile 2009

Paolo Berizzi: Verona gli è vietata



Almeno centocinquantamila giovani italiani sotto i 30 anni vivono nel culto del fascismo o del neofascismo.
Un’area geografica che attraversa tutta la penisola: dal Trentino Alto Adige alla Calabria, dalla Lombardia al Lazio, da Milano a Roma passando per Verona e Vicenza, culle della destra estrema o, come amano definirla i militanti, radicale. Cinque partiti ufficiali sei, se si considera anche il robusto retaggio di molti militanti di An, solo formalmente sciolta nel Pdl.

Alcuni numeri dell'inchiesta.

Circa duecento tra associazioni, circoli e centri sociali sparsi nel paese;
63 sigle di gruppi ultrà (su 85) dichiaratamente di destra e cioè il 75 per cento delle tifoserie che, dietro “il culto” della passione calcistica, compiono aggressioni e altre azioni violenze premeditate.

Questa onda nera, spesso supportata dalle gerarchie cattoliche con ispirazioni pre-conciliari
(dio-stato-famiglia) funzionale al potere populista della maggioranza che governa le nostre comunità sta entrando anche attraverso queste forme di "tutela"e legittimazione nelle istituzioni, nell'economia, nella nostra società, facendo proseliti attraverso elementari clientele innanzitutto nelle fascie sociali culturalmente disagiate e tra i giovani.
Un mondo per lo più di persone prive di qualsiasi nozione storica e di educazione civica e democratica, intessuto di riti e miti che nel nostro paese si consideravano sepolti definitivamente tra le macerie della Storia.

Un mondo che, se non lasciasse tracce così marcate nella attualità, e nelle scelte pubbliche sarebbe difficile credere che esista davvero.

lunedì 27 aprile 2009

Due italie. Firenze non è Verona !

COMUNE DI FIRENZE
REGOLAMENTO DELLA CONSULTA PER LA LAICITÀ
(Deliberazione del Consiglio comunale n.13 del 16.02.2009)

Art. 1 Istituzione, durata e sede
E’ istituita la Consulta per la Laicità. La Consulta riconosce come propria naturale sede il Centro di cultura laica la cui attività ed il cui funzionamento saranno definiti in un apposito regolamento. Oltre ad ospitarne le riunioni, il Centro rappresenta il luogo preferenziale dove promuovere ed eventualmente realizzare le sue attività. La sede temporanea della Consulta è fissata presso la V Commissione Consiliare (Cultura-Istruzione-Sport) del Comune di Firenze. I membri della Consulta restano in carica tre anni.

Art. 2 Finalità
La Consulta per la Laicità è un organismo di partecipazione ed ha per scopo il perseguimento delle seguenti finalità: •raccolta di documentazione, dati statistici, pubblicazioni relativa ai diversi Movimenti, Associazioni, Comitati, Gruppi onde averne un più esauriente quadro conoscitivo; •organizzazione di incontri e seminari su grandi temi del dibattito civile quali scuola, giustizia, lavoro, sanità, diritti individuali; •promozione del principio di laicità relativamente a problemi etici, bioetici, politici, economici, demografici; •promozione di iniziative a favore della pace nella giustizia e per la tutela dei diritti civili. La Consulta potrà trasmettere alla Amministrazione, oltre al rendiconto della propria attività, valutazioni e proposte relative a tematiche di sua pertinenza.

Art. 3 Composizione
Fanno parte della Consulta per la Laicità i rappresentanti di Associazioni, Gruppi, Comitati, Movimenti impegnati nella promozione e salvaguardia della Laicità. E’ membro di diritto della Consulta il presidente della Commissione Consiliare Cultura, Istruzione e Sport, o suo delegato. In prima composizione i soggetti interessati di cui al primo comma presentano domanda di adesione al Presidente Consiglio Comunale, corredata da documentazione attestante la propria natura, scopi, operatività sul territorio, iniziative intraprese e risultati ottenuti. Una commissione composta dal Presidente del Consiglio Comunale dal presidente della Commissione cultura e dal Presidente della Commissione affari istituzionali ne valutano l’ammissione. Successivamente i soggetti interessati possono far pervenire al Presidente della V Commissione Consiliare domanda di partecipazione alla Consulta, corredata da documentazione attestante la propria natura, scopi, operatività sul territorio, iniziative intraprese e risultati ottenuti. domanda formulata per conto di Associazioni, Gruppi, Comitati, Movimenti dovrà contenere l’indicazione per ciascun Organismo di 2 persone designate alla rappresentanza nella Consulta e di 2 supplenti.5.L’accoglimento della domanda è disposto dal Presidente della V Commissione Consiliare, sentita la Consulta e previa valutazione della documentazione di cui al 1° comma e accertamento del possesso dei requisiti richiesti. 6.Ogni Associazione, Comitato, Gruppo, Movimento può in ogni momento revocare o sostituire i propri rappresentanti dandone tempestiva comunicazione al Presidente della Consulta.

Art. 4 Struttura
1.Per favorire il regolare corso delle sue attività la Consulta si avvale della seguente struttura: a)Assemblea dei delegati di Associazioni, Comitati, Gruppi, Movimenti costituita da 2 delegati per ciascuna di essi; b)Il Comitato Direttivo costituito da: •Presidente, nella persona del Presidente della V Commissione Consiliare, o suo delegato; •Vice-Presidente, eletto a maggioranza semplice; •Segretario, eletto con modalità analoga a quella seguita per la nomina del Vice-Presidente.
2.Il Presidente rappresenta la Consulta; convoca l’Assemblea dei delegati, ne stabilisce il calendario e l’ordine del giorno dei lavori, assicura il collegamento con gli Organi istituzionali, tiene i rapporti con i mezzi di comunicazione. 3.Il mandato del Vice-Presidente e del Segretario ha durata di 3 anni, rinnovabile non più di una volta.

Art. 5 Convocazione e votazioni
1.L’Assemblea viene convocata in via ordinaria almeno ogni 2 mesi e in via straordinaria su richiesta del Sindaco, del Presidente della V Commissione Consiliare o di almeno 3 Associazioni rappresentate. 2.L’Assemblea è convocata con avviso scritto, di norma via e-mail, a firma del Presidente con anticipo di almeno 5 giorni, salvo casi di urgenza, con indicazione di luogo, giorno, ora della riunione e ordine del giorno dei lavori. 3.Le decisioni vengono assunte a maggioranza dei presenti; gli astenuti non si computano tra i votanti.

Art. 6 Insediamento
La prima riunione della Consulta viene convocata dal Presidente della V Commissione Consiliare. Come atto iniziale l’Assemblea procede alla nomina del Vice-Presidente e del Segretario. Costituito il Comitato Direttivo, la Consulta può iniziare la sua operatività.

Art.7 Pubblicità
L’Amministrazione Comunale porta a conoscenza dei cittadini e dei soggetti collettivi che possono essere interessati a partecipare alla Consulta il contenuto del presente regolamento attraverso la rete civica e la diffusione di materiale informativo nelle sedi dei Quartieri.

venerdì 24 aprile 2009

Società Pannunzio per la libertà d'informazione

La “Società Pannunzio per la libertà d’informazione” è un centro permanente di analisi, proposta ed iniziativa politica, autonomo, pluralista, apartitico, a carattere volontario, che si impegna sul tema della libertà di informazione e di comunicazione, con lo scopo di sensibilizzare la società civile, l’opinione pubblica nonché le istituzioni circa l’importanza, in una democrazia liberale, di un autentico regime pluralista e indipendente degli organi di stampa e di ogni vettore mediatico e della comunicazione.

La costituzione della Società Pannunzio promossa dalla Fondazione Critica Liberale coinvolgendo personalità, fondazioni, associazioni, testate giornalistiche, blog e siti internet, case editrici, si propone per dare rappresentanza all’intero arco politico-culturale di tutti coloro che percepiscono la difficoltà in cui versa nel nostro Paese il sistema dell’informazione.

La “Società Pannunzio per la libertà d’Informazione” non intenderà limitarsi alle analisi, ma intervenire, anche in sede europea per far rispettare le disposizioni comunitarie e le leggi attuali, molte delle quali disattese, per affrontare il nodo delle proprietà editoriali delle testate giornalistiche.

Si cercherà prestare particolare attenzione, di fondare e dare corpo al complesso dei “diritti dei lettori”.

L’elenco dei promotori e degli aderenti, la “Dichiarazione di intenti” – sottoscrivibile online – , ogni altra iniziativa, informazione e documentazione sull’attività associativa si potranno trovare nel sito http://www.societapannunzio.eu/


sabato 18 aprile 2009

Denis Ducarme & Xavier Baeselen: deputati coraggiosi per un'Europa laica e democratica

On pensait, en ce début de 21ième siècle que l’Eglise catholique et le Vatican s’avanceraient peu à peu vers un semblant de modernité, gagnant sur certains thèmes un peu le chemin des lumières.

On se trompait.

Après avoir réintégré un évêque négationniste (levée de l'excommunication à l'égard de l'évêque Williamson par Benoît XVI), après avoir dans un premier temps soutenu l'excommunication d' une équipe médicale ayant pratiqué l’avortement sur une jeune fille de 9 ans tombée enceinte après les viols infligés par son beau-père, repris officiellement position contre l’avortement thérapeutique ce 20 janvier au Cameroun, le Saint-Père n’aura pas trouvé moment plus opportun que son premier voyage en Afrique pour déclarer « que la distribution de préservatifs aggravait le problème du Sida »…, rarement dans l’histoire contemporaine, un pape aura concentré en deux petits mois autant de prises de positions aussi contestables.

Rarement aux yeux des catholiques eux-même, le Vatican sera apparu tellement réactionnaire et aussi étranger à l’humanisme.
Ceux qui imaginaient encore que la menace fondamentaliste ne se situait que dans le champ de l’Islam radical en sont pour leurs frais. La résurgence de l’intégrisme catholique, aussi, est assumée, les amis de l’Opus dei ont quitté les églises et la sphère spirituelle pour dépasser la ligne rouge et pénétrer sans complexes sur le terrain politique.

Revenant se frotter aux règles civiles pour en contester la substance, ils tentent sans retenue d’adapter les libertés individuelles à leurs vieux textes, que vraisemblablement, Jésus lui-même, réformerait s’il avait vécu à l’époque du HIV…, serait-il en effet resté de bois devant les 1.800.000 enfants porteurs du HIV dans le monde et le millier d’enfants de moins de 15 ans contaminés chaque année par le virus, devant les 28 millions personnes décédées depuis 1981, face aux 8000 décès et aux 7900 nouvelles contaminations détectées chaque jour, devant les 33 millions de personnes infectées sur la planète ? J’ai comme un doute.., que Benoît XVI et ses apôtres ne partagent pas.
Devant ces nouvelles déclarations irresponsables, un peu folles.., le devoir du niveau politique et humanitaire est de défendre les politiques de santé nationales et internationales ainsi que les campagnes de sensibilisation et de soins développées, de condamner et de réagir avec force, de pousser le Vatican dans le coin et à l’introspection.

La France et l’Allemagne l’ont compris, pour la Belgique, Xavier Baeselen et moi avons déposé une proposition de résolution (texte intégral de la proposition joint à la suite du billet) au gouvernement belge demandant à ce dernier de :

1) réagir, par voie officielle, aux propos inacceptables tenus par le Pape Benoît XVI lors d'un récent voyage en Afrique;

2) convoquer, par l'intermédiaire du Ministre des Affaires Étrangères, le Nonce apostolique, ambassadeur du Saint Siège, afin de protester officiellement contre de tels propos qui portent atteinte aux engagements de la communauté internationale et aux efforts de la communauté scientifique en vue de prévenir et de lutter contre la propagation du sida,notamment via des moyens de prévention dont l'efficacité est scientifiquement reconnue;

3) réagir fermement auprès de tout État ou organisation qui, à l'avenir, remettrait en cause l'utilité de l'usage du préservatif comme moyen prophylactique contre la transmission du virus du sida.
Nous avons souhaité sortir d’une logique partisane à ce propos et avons proposé à l’ensemble des partis démocratiques représentés au Parlement fédéral de co-signer notre proposition.
En outre, j’interpellerai le Ministre des Affaires étrangères ce mercredi 25 mars afin de l’inviter à produire la réaction et la condamnation du gouvernement belge auprès du Vatican.
De tels débats reposent naturellement la question de la promotion de la laïcité dans nos sociétés, j’invite à lire à ce niveau la carte d’opinion de Daniel Ducarme dans Le Soir qui se situe à cet égard au cœur de l’actualité. A lire également les échos presse de la DH et du Soir relatifs à notre proposition.
Pour votre complète information, il est également utile d'écrire ici que notre proposition a reçu le soutien de Pierre Galand, Président de l'Action laïque et que Patrick Moriau, député socialiste, co-signera notre propostion.

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Proposition de Résolution La Chambre des Représentants,

1) Considérant les propos irresponsables et inacceptables de Benoît XVI, lors de son premier voyage en Afrique, relatif aux moyens prophylactiques et de lutte contre la propagation du fléau que constitue le virus du sida;
2) Considérant la portée universelle de ces propos et leur impact réel sur le comportement de centaines de milliers de personnes à travers le monde;
3) Considérant que les propos du Pape ont des répercussions jusque dans notre pays puisque certains ecclésiastiques reprennent à leur compte ces propos et déconseillent l'usage du préservatif;
4) Considérant que le sida est une maladie qui concerne l'humanité toute entière et face à laquelle la communauté internationale et scientifique mondiale se mobilisent au quotidien;
5) Considérant qu'en affirmant que le port du préservatif « aggrave » le problème du sida dans le monde, le Pape porte atteinte aux efforts incessants de prévention et de lutte mondiale contre la propagation de la maladie;
6) Considérant que le Pape est, outre un chef spirituel, un chef d'État avec lequel la Belgique entretient des relations diplomatiques;
7) Vu la Déclaration d'engagement sur le VIH/Sida publiée par les chefs d'États et de gouvernements lors de la session extraordinaire de l’Assemblée générale des Nations Unies consacrée au VIH/sida en juin 2001, intitulée « A crise mondiale, action mondiale »;
8) Vu les objectifs du Millénaire;
9) Vu la Déclaration politique adoptée à l'unanimité par les États membres des Nations Unies lors de la Réunion de Haut niveau sur le sida de l'Assemblée générale en 2006, en particulier son engagement 22 qui stipule que les Chefs d'Etat « réaffirment que la prévention de l'infection à VIH doit être au coeur de l'action nationale, régionale et internationale contre la pandémie et (...) s'engagent à veiller à ce qu'il existe dans tous les pays (...) un large ensemble de programmes de prévention (...) visant à réduire la fréquence des comportements à risque et à encourager un comportement sexuel responsable (...) et assurant un accès élargi à des articles indispensables, tels que les préservatifs masculins et féminins »;10) Considérant les nombreuses réactions, suscitées par cette prise de position du Pape, à travers le monde, qu'il s'agisse d'ONG ou de représentants officiels de gouvernements qui mettent l'accent sur le fait que de tels propos sont de nature grave et irresponsable et mettent en danger les impératifs de protection de la vie humaine et les actions de prévention menées depuis des années sur le terrain;11) Considérant la réaction de protestation d'ONUSIDA qui a déclaré que les préservatifs étaient une composante « essentielle » de la lutte contre la maladie

Demande au Gouvernement :

1) de réagir, par voie officielle, aux propos inacceptables tenus par le Pape Benoît XVI lors d'un récent voyage en Afrique;
2) de convoquer, par l'intermédiaire du Ministre des Affaires Étrangères, le Nonce apostolique, ambassadeur du Saint Siège, afin de protester officiellement contre de tels propos qui portent atteinte aux engagements de la communauté internationale et aux efforts de la communauté scientifique en vue de prévenir et de lutter contre la propagation du sida, notamment via des moyens de prévention dont l'efficacité est scientifiquement reconnue;
3) de réagir fermement auprès de tout État ou organisation qui, à l'avenir, remettrait en cause l'utilité de l'usage du préservatif comme moyen prophylactique contre la transmission du virus du sida.


(blog di Denis Ducarme)
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Si davantage d'engagement vous intéresse, vous pouvez également rejoindre le groupe

constitué sur facebook
(déposée par Xavier Baeselen et Denis Ducarme)

giovedì 16 aprile 2009

Biennale Democrazia


Dal 22 al 26 aprile a Torino si terrà Biennale Democrazia, una manifestazione presieduta da Gustavo Zagrebelsky che, proseguendo la grande lezione di Norberto Bobbio contiene una serie di incontri sui temi dell'etica pubblica e della filosofia della politica: un'occasione importante per riflettere sulla "cittadinanza".
Sono passati 150 anni dal momento in cui l’Italia ha conquistato l’unità territoriale e governativa, ma la ricostruzione etica e politica del paese non è ancora avvenuta.

L’anniversario del 2011 è l’occasione per riflettere sulla nostra democrazia, su quanto gli italiani di oggi siano consapevoli di essere cittadini con diritti e doveri civili e politici, ma anche con le loro libertà e la loro dignità.

«La democrazia è un regime sempre problematico. É un insieme di diritti, regole e procedure che mirano a un ideale, l’autogoverno consapevole dei cittadini. É un ideale di convivenza da perseguire e nessuno mai potrà dire che esso è raggiunto definitivamente».

Partendo da questo presupposto Gustavo Zagrebelsky delinea le questioni che, in Italia (e in generale in ogni parte del globo) mettono a rischio l’equilibrio di un regime democratico:
la mancanza di un’opposizione, le disuguaglianze, la tecno-crazia, il culto del personaggio e la demagogia (popolo che “è agito”, non “che agisce”), la tirannia del tempo che allontana i cittaddini dalla vita politica spingendoli a delegare, e quelli che potrebbero essere gli antidoti, in primis «difendere la Costituzione cercando di comprenderne i suoi contenuti».




sabato 4 aprile 2009

Maria Grazia Pagano: in Europa contro tutte le discriminazioni

> > > DIRETTIVA


L'Unione Europea continua la sua battaglia per la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini comunitari.

Con il voto di giovedì il Parlamento Europeo segna un altro importante successo sulla strada dell'affermazione dei diritti di cittadinanza in Europa, approvando una direttiva che stabilisce un quadro generale per la lotta alla discriminazione per motivi di religione, convinzioni personali, disabilità, età od orientamento sessuale.

La direttiva è storica per la sua portata: si tratta di dare - negli Stati membri - piena ed effettiva attuazione al principio di parità di trattamento anche in campi diversi dall'occupazione, completando altri provvedimenti già in vigore che vietano tali discriminazioni nella sfera professionale.
È la seconda volta in pochi giorni che si assiste ad un intervento del Parlamento Europeo in tema di discriminazioni per orientamento sessuale. Martedì scorso è stata presentata in Parlamento una relazione che ammoniva alcuni stati membri - tra cui l'Italia - per la loro incapacità di prevenire episodi di omofobia.Quello che è emerso dalla relazione - pubblicata dall'Agenzia europea per i diritti fondamentali - è che esiste una stretta correlazione tra buone leggi e buone pratiche: in sostanza, delle buone leggi contribuiscono a rendere i comportamenti più virtuosi. Purtroppo scorrendo le cartine contenute nel rapporto finale dell'indagine l'Italia si trova quasi sempre in compagnia dei paesi dell'Europa centrale e orientale dove non ci sono buone leggi e dove si registrano i più alti tassi di omofobia e di discriminazioni.
E' sconfortante notare che l'Italia ancora non ha una legge specifica sull'omofobia.
Mi auguro che il Parlamento italiano esami in tempi rapidi la proposta di legge del PD sul tema, visto che il ministro Carfagna ha deciso di lavarsene le mani.
Oggi, ancor di più si avverte l'esigenza di una buona legge. Proprio nei momenti di crisi, infatti, come quello che stiamo vivendo, la società tende a chiudersi e la paura genera forme di arroccamento e atteggiamenti xenofobici, se non addirittura di razzismo vero e proprio: l'altro, il diverso, diventa il nemico. E il rischio di un'Italia chiusa, paurosa, xenofoba, è purtroppo davvero concreto e l'atteggiamento del nostro governo e le leggi messe in campo di recente, a partire dal "pacchetto sicurezza", non fanno altro che alimentare l'intolleranza. L'episodio successo a Napoli nei giorni scorsi, della donna ivoriana alla quale hanno sottratto il bimbo appena partorito, impedendole perfino di allattare per alcuni giorni, solo perché in attesa dello status di rifugiata politica è a dir poco allarmante quanto significativo di un clima diverso e più teso che si respira nel nostro paese.
Il lassismo di questo governo lascia al PD (ai partiti di opposizione) delle importanti occasioni da sfruttare: dobbiamo fare della tolleranza verso le diversità di ogni sorta la nostra bandiera.
E' questo il momento delle rivendicazioni e delle battaglie per i diritti di cittadinanza, sapendo che possiamo trovare nell'Europa un valido alleato, che va nella giusta direzione, che avanza con testardaggine e che ci offre, come con il voto di giovedì, dei buoni modelli cui uniformarci. Ma cosa cambierà realmente dipenderà da come il nostro parlamento saprà o vorrà recepire le direttive comunitarie. Non sarebbe la prima volta, infatti, che in fase di recepimento i nostri deputati modifichino l'interpretazione, e quindi la sostanza, del testo europeo. Proprio un'altra relazione, approvata sempre giovedì dal Parlamento Europeo, muove dure critiche all'Italia che non ha correttamente attuato la direttiva europea sulla libera circolazione.
Sfidiamo il Governo Berlusconi a non tradire il significato della Direttiva "anti-discriminazioni", mantenendo le sue conquiste fondamentali, ma non ci facciamo illusioni.
Quanto accade ogni giorno nel nostro paese, per esempio con i cittadini extracomunitari, ormai vittime permanenti di una sorta di discriminazione di Stato, non ci lascia molte speranze.

Maria Grazia Pagano (delegazione italiana PSE Parlamento europeo)


Il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria ieri a Bruxelles, ha accolto favorevolmente, con 363 voti a favore, 226 contrari e 64 astensioni una proposta di direttiva Ue sulla lotta alla discriminazione basata su religione, disabilità, età o orientamento sessuale, che mira a rendere effettiva la parità di trattamento nell'assistenza sociale e sanitaria, nell'istruzione, e nell'accesso a beni e servizi, compresi gli alloggi. L'Assemblea ha approvato il rapporto della relatrice, l'olandese Kathalijne Buitenweg (Verdi), spaccandosi lungo la tradizionale frattura fra la maggioranza di centro sinistra 'allargato' (...).
Sebbene il Parlamento europeo abbia su questa materia specifica un potere per ora solo consultivo, è stato proprio sull'impegno a varare questa direttiva, e sul contenuto che avrebbe avuto, che si giocó, nel 2004, il destino dell'italiano Rocco Buttiglione come commissario Ue designato alla Giustizia, poi bocciato alla sua audizione di conferma in commissione Libertà pubbliche.
La direttiva, infatti, tutela anche gli omosessuali contro ogni forma di discriminazione, e questo è ció che Buttiglione non avrebbe potuto garantire, secondo quanto ha ricordato la relatrice Buitenweg, che fu tra i protagonisti di quella vicenda.
"Dopo le sue dichiarazioni sugli omosessuali, non potevamo piú avere fiducia in lui come commissario, per avere una direttiva come questa che finalmente abbiamo oggi", ha detto la relatrice subito dopo il voto. A parte le norme specifiche contro il razzismo e la xenofobia e per la parità dei generi, le attuali regole generali dell'Ue contro la discriminazione riguardano solo il posto di lavoro e non la tutela rispetto al mercato (cioè la possibilità di acquistare beni e usufruire di servizi senza essere discriminati).
Il nuovo testo mira a colmare questa lacuna.
In pratica, con la nuova direttiva, nessuno potrà piú rifiutare una camera d'hotel a una coppia omosessuale, o l'ammissione all'Università a un disabile, per fare solo due esempi.

E' stato proprio su insistenza del Parlamento europeo che la proposta legislativa della Commissione, secondo le intenzioni iniziali destinata a tutelare solo i disabili, è stata estesa anche alle discriminazioni contro le diverse religioni e credenze, l'età e l'orientamento sessuale, ha ricordato ancora Buitenweg.

Per quanto riguarda le scuole o altri istituti d'istruzione religiosi, la direttiva prevede che non si possa in alcun modo discriminare gli studenti (il testo non si applica agli insegnanti) in relazione a loro eventuali disabilità, al loro orientamento sessuale, alla loro età. Eccezionalmente, invece, si potrà negare l'accesso sulla base dell'appartenenza religiosa, ma solo se si potrà provare che in caso contrario verrebbe compromessa l'identità della scuola. La direttiva, insomma, in questo caso accetta la possibilità di deroghe solo se sono basate su una "giustificazione obiettiva".

(Fonte ADUC )