Non posso votare Berlusconi perché è mille miglia lontano dai miei valori ideali e politici, dalla mia cultura e dal mio senso del diritto e dello Stato.
Non posso votare il Partito democratico che non mi dà alcun affidamento per un sano riformismo laico e liberale.
Non posso votare Casini perché la sua rincorsa clericale non è neppure degna della tradizione della balena bianca.
Non possono votare Di Pietro perché detesto il giustizialismo, il populismo e la demagogia.
Non posso votare la Lega perché non ho nulla a che fare con il localismo e l’etnofobia.
Non posso votare le destre che mi sono congenialmente estranee.
Non posso votare “Sinistra e libertà” e i Comunisti perché avverso le tendenze che hanno impedito la nascita di una sinistra riformatrice in Italia.
Non posso votare i pannelliani perché il culto della personalità e il vittimismo sono la caricatura del radicalismo laico e liberale.
E non mi posso neppure turare il naso, come aveva detto Salvemini nel 1953 ancor prima di Montanelli, perché ho un gran raffreddore, e resterei soffocato.
Quindi mi asterrò.
Conosco il disvalore dell’astensione.
Ma la mia non è un’indicazione politica: è solo la fedeltà alla mia coscienza.
venerdì 5 giugno 2009
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