giovedì 26 marzo 2009

Curzio Maltese: un rendiconto ...



Un miliardo di euro dai versamenti dell'otto per mille.
650 milioni per gli stipendi degli insegnanti di religione.
700 milioni per le convenzioni su scuola e sanità.
250 milioni per il finanziamento dei Grandi Eventi.

Una cifra enorme passa ogni anno dal bilancio dello Stato italiano, da quello delle Rgioni e di tutti gli enti locali alle casse (non sguarnite) della Chiesa cattolica.

A tutto questo bisogna aggiungere il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano (oggi al centro di un'inchiesta dell'Unione europea):
il mancato incasso dell'lci, l'esenzione da Irap, Ires e altre imposte,
l'elusione consentita per le attività turistiche e commerciali.

Per un totale di circa 4 miliardi di euro,
più o meno mezza finanziaria, l'equivalente di un Ponte sullo Stretto o di un Mose all'anno.

Una somma (è la stessa Conferenza episcopale italiana a dichiararlo) che solo per un quinto viene destinata a interventi di carità e di assistenza sociale.

Complessivamente molto molto di più di quanto pesi agli italiani (per questo tutti indistintamente scandalizzati) la "casta politica" e, vale la pena sottolinearlo, con un sistema di finanziamenti molto più articolato, assai meno trasparente ed in continua crescita.

Nel finanziamento della Chiesa non c'è patto di stabilità al contrario "straripamento" della spesa "agganciato" al sempre crescente straripamento di potere della lobby di Oltretevere.

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