mercoledì 13 maggio 2009

Verona e la sua gente

Grazie Curzio,

mi hai fatto trovare le parole, i termini per descrivere quel che vedo accadere ogni giorno nel luogo in cui vivo.
Si parte da Macchiavelli e Guicciardini che andavano letti da laici e invece sono stati interpretati "da preti” e, tra il “seconda i tempi” del primo e il “cura il particulare tuo” del secondo, si arriva così senza difficoltà ad una chiave di lettura di facile accesso.

Sì, destra e sinistra anche nei palazzi scaligeri si piacciono, si cercano si amalgamano, perché condividono la stessa cultura dell’inciucio o, se si preferisce, in una chiave più economica e di sistema, autarchica.
Questo è il vero problema politico di questa città.

Un disprezzo atavico per la democrazia, quella vera, una diffidenza cronica per ogni costume partecipativo, un sistema a classi e caste blindate propense ad una sola aspirazione: la conservazione, l’isolamento, costi quel che costi.
Nella società locale, anche quella più bassa, una bella miscela di superqualunquismo alla veneta, l’antropologia fascista di una buona parte del popolo padano, incenso controriformista sparso qua e là, in qualche caso una inesistente quanto opportunista culturetta post-comunista pronta ad ogni interessata desistenza.
Il tutto imbellettato e rappresentato con toni enfatici dai commentatori della confraternita della propaganda con il solito redazionale compiacente, magari arricchito con qualche volumetto sulle bellezze storiche locali. Scenografie.

Le questioni fondamentali di una società giusta ed evoluta, la libertà, le opportunità e la mobilità sociale, la non discriminazione delle minoranze, i diritti, restano negli interessi dei due o tre “azionisti” sopravvissuti: sono cose che qui non possono avere “cittadinanza”.
“Sono faccende di cui non frega nulla a nessuno”.
Le furbizie, i familismi e le convenienze di tutti, nessuno escluso, sono incompatibili con la critica sociale, nemmeno a parlarne con quella politica.

Da tempo si sta ricercando un posizionamento, un primato per questa bellissima città che con una retorica priva di reale significato dice l’Unesco essere patrimonio dell’Umanità (.. come dovrebbero essere i diritti fondamentali dell’uomo !), un primato che in realtà sta sotto gli occhi di tutti, basta volerlo vedere.
La città scaligera o come si direbbe oggi “la ducea padana” è la vera piccola capitale dell’inciucio e del trasformismo.
Da demo-cristiani a tifosi del Milan e poi, senza soluzione di continuità e maestri nell’arte di assecondare i tempi, fedeli ed obbedienti catto-leghisti: Verona ed i suoi abitanti.

mbr

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