giovedì 19 marzo 2009

Augusto Barbera: sei volti della laicità (più uno)

Di laicità di un ordinamento si può parlare in vari sensi fra loro non sempre coincidenti.

I volti della laicità:

- autonomia dell’ordinamento giuridico dalla sfera etico-religiosa
laicità come autonomia del diritto;

- limite alla prevaricazione del potere ecclesiastico su quello civile, dalle forme teocratiche a quelle confessioniste alle stesse forme anomale di “ingerenza”
laicità come autonomia della politica;

- limite alla invadenza del potere civile su quello religioso , dalle varie forme di giurisdizionalismo
alle più recenti forme di “laicità ostile”
laicità come limite alla politica;

- riconoscimento e garanzia della libertà religiosa e del pluralismo religioso
laicità come pluralismo confessionale;

- indifferenza ed estraneità della sfera pubblica rispetto al fattore religioso, attraverso la quale laicità tende a proteggersi e a divenire essa stessa ideologia militante
laicità protetta;

- riconoscimento e garanzia della libertà individuale e del pluralismo di culture e tradizioni e
quindi rifiuto dello “Stato etico” e di ogni ideologia di stato
laicità come pluralismo politico.

Nel linguaggio comune si ritrova un altro significato che possiamo così definire:

- metodo sociale e politico democratico in grado di accomunare non credenti e credenti per realizzare le condizioni per la coesistenza fra valori e progetti di vita contrastanti; rifiuto di contrapposti fondamentalismi e di chiusure dogmatiche
laicità come metodo

Quest’ultima è una definizione che, a differenza delle precedenti, attiene ai comportamenti deisingoli, non caratterizza un ordinamento di per sé ma è assai rilevante perchè può condizionare in concreto la vita e sviluppo di questo.

Un ordinamento non può considerarsi liberaldemocratico se non garantisce l’autonomia del diritto dalla sfera religiosa, se non tiene separati il potere civile e quello religioso, se non garantisce la libertà religiosa, se non rifiuta verità e ideologie di stato.

Tali forme di laicità si realizzano , peraltro, progressivamente nella storia delle costituzioni
occidentali , dalle antiche conquiste dell’autonomia del diritto dalla sfera religiosa alla meno antica separazione fra i due poteri , civile ed ecclesiastico, al riconoscimento del pluralismo
e della libertà religiosa e solo nel corso del secolo scorso, dopo esperienze totalitarie in alcune parti d’Europa, alla piena affermazione della laicità come garanzia della stessa libertà individuale e del pluralismo di culture e tradizioni.

Se è vero che il principio di laicità presenta diversi volti ed è collegato ad altri principi che caratterizzano il costituzionalismo di impronta liberaldemocratica ne discende che a questi ultimi occorre risalire, muovendosi in una prospettiva sia storica che comparatistica. Se,infatti, si rimane chiusi nell’ambito delle definizioni aprioristiche, prescindendo dai processi storici che hanno portato agli attuali ordinamenti costituzionali, non si fanno significativi passi in avanti e non si riesce a cogliere “l’eteromorfismo” che caratterizza la laicità.

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